Potrebbe essere la colonna sonora di un film di fantascienza misterioso e inquietante, ma è un fenomeno assolutamente naturale: per la prima volta è stato possibile registrare e tradurre in suoni udibili la ‘voce’ del campo magnetico terrestre mentre viene bersagliato dagli sciami di particelle prodotti da una tempesta solare. Alla base del risultato ci sono i dati di archivio prodotti dai quattro satelliti della missione Cluster, lanciata nel 2000 dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa), e analizzati dal gruppo dell’Università di Helsinki coordinato da Lucile Turc.I quattro veicoli spaziali di Cluster orbitano attorno alla Terra in formazione, studiando l’ambiente magnetico del nostro pianeta e la sua interazione con il vento solare, un flusso costante di particelle rilasciate dal Sole nel Sistema Solare. Hanno studiato in particolare l’impatto sul campo magnetico terrestre di sei collisioni avvenute fra il 2001 e il 2005 e intercettate dai satelliti. E’ emerso così che le onde generate dall’impatto degli sciami di particelle sul campo magnetico sono più complesse del previsto e le frequenze relative sono state trasformate in segnali percepibili, dando vita a una sorta di canto misterioso.C’è una marcata differenza tra l’andamento del ritmo mentre il Sole è in quiete e durante una tempesta, evidenziata dalla simulazione al computer fatta utilizzando un modello chiamato Vlasiator, sviluppato nell’università finlandese.