Feroza Aziz ha 17 anni ed è americana, del New Jersey, di origini afghane. Sul suo account Tik Tok, uno dei social più utilizzati dagli adolescenti di tutto il mondo e di proprietà cinese, la ragazza ha diffuso quello che all’apparenza sembra un normale tutorial di make up, come milioni di altri, ma nel bel mezzo del video la ragazza abbassa il piegaciglia e inizia a parlare dei campi di concentramento per musulmani in Cina.
“Ciao ragazzi. Ora vi insegno come allungare le vostre ciglia. La prima cosa è mettere le ciglia nel piegaciglia”, dice Feroza Aziz che, sempre con il piegaciglia in mano, continua parlando di ciò che sta accadendo “in Cina nei campi di concentramento dei musulmani”.
Come spiega anche in un post condiviso sul suo profilo Instagram “in Cina il governo sta catturando i musulmani uiguri per chiuderli in campi di concentramento. Una volta entrato in questi campi, sei fortunato se esci. Esseri umani innocenti vengono assassinati, torturati, violentati e sottoposti a molto altro che non riesco nemmeno a descrivere. Stanno compiendo indisturbati un genocidio contro i musulmani.La storia dei campi cinesi di rieducazione in realtà è nota. Esiste addirittura una pagina su wikipedia, sul campo più famoso, Xinjiang, presentato dal governo cinese come semplice campo educativo.In realtà un lavaggio del cervello sistematico per milioni di uigiri musulmani detenuti in Cina nella regione dello Xinjiang. È quanto rivelano i documenti ufficiali delle autorità cinesi di cui è entrato in possesso l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), a cui appartengono anche la Bbc e il The Guardian.I documenti classificati sono arrivati all’ICIJ attraverso una catena di uiguri esiliati. Il governo cinese sostiene però da tempo che i campi dello Xinjiang offrano istruzione e formazione volontaria contro l’estremismo alla minoranza uigura. Dai documenti trapelati, ribattezzati China Cables, emerge invece come Pechino abbia dato istruzioni precise su come gestire questi posti: cioè prigioni di massima sicurezza, con una rigida disciplina, punizioni e divieto di fuga, dove la vita dei detenuti viene monitorata continuamente.