Lo stato d’animo dominante tra il 65% degli italiani è l’incertezza. Dalla crisi economica, l’ansia per il futuro e la sfiducia verso il prossimo hanno portato anno dopo anno ad un logoramento sfociato da una parte in “stratagemmi individuali” di autodifesa e dall’altra in “crescenti pulsioni antidemocratiche”, facendo crescere l’attesa “messianica dell’uomo forte che tutto risolve”. Lo rileva il Censis nell’ultimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese. Per il 48% degli italiani ci vorrebbe “un uomo forte al potere” che non debba preoccuparsi di Parlamento ed elezioni.Gli italiani, assicura il Censis, non hanno ancora perso “il furore di vivere”. E lo esprimono attraverso l’edificazione di “muretti a secco”, proprio così, perché sono barriere modeste ma solide di contenimento della caduta del Paese. Alcuni sono muretti di vecchia data, che da sempre proteggono e fanno crescere il Paese: in testa la dimensione manifatturiera, industriale, che vanta ancora per ampie fasce la capacità di innovare. Ma poi c’è anche la maggiore resilienza di alcune aree del Paese, che non condividono i numeri del declino, e anzi vantano “un tasso di crescita del prodotto interno lordo e dei consumi paragonabili alle migliori Regioni europee”: in particolare il nuovo triangolo industriale tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, la fascia dorsale lungo l’Adriatico.Dal 2011 la ricchezza immobiliare delle famiglie ha subito una decurtazione del 12,6% in termini reali. E il 61% degli italiani non comprerebbe più i Bot, visti i rendimenti microscopici. Inoltre il lavoro da tempo non è più una certezza, e l’aumento dei posti di lavoro registrato negli ultimi anni si è ampiamente rivelato un bluff: rispetto al 2007, nel 2018 si contano 321.000 occupati in più, in realtà c’è stata una riduzione di 867.000 occupati a tempo pieno e un aumento di 1,2 milioni di occupati a tempo parziale. Nel periodo 2007-2018 il part time è aumentato del 38% e anche nella dinamica tendenziale (primo semestre 2018-2019) è cresciuto di 2 punti. Oggi un lavoratore ogni cinque ha un impiego a metà tempo, e spessissimo si tratta di part-time involontario.