Le patologie che si possono associare a oligomenorrea sono le seguenti:
- Anoressia nervosa
- Bulimia
- Diabete
- Disturbi della tiroide
- Sindrome dell’ovaio policistico
Si ricorda che questo non è un elenco esaustivo e che sarebbe sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia in caso di persistenza dei sintomi.Nelle donne in età fertile, fatta eccezione per le gestanti ed il periodo puerperale (dopo il parto), il ciclo dura normalmente 23-32 giorni, e la mestruazione dovrebbe protrarsi fino ad un massimo di otto giorni: se questi ritmi non sono rispettati, potrebbero presentarsi alcuni problemi.L’oligomenorrea, in genere, non crea e non riflette patologie vere e proprie: infatti, se la donna è sana dal punto di vista ginecologico, quindi non affetta da fibromi, tumori maligni, polipi, dolori addominali e disturbi mestruali consistenti, l’oligomenorrea non determina conseguenze significative, se non i disagi che possono derivare dall’ “attesa” del ciclo mestruale.
Per capire meglio il concetto, facciamo una metafora con l’orologio biologico. Ogni donna ha un proprio orologio biologico, importante per monitorare i tempi di regolazione mestruale: talvolta, per svariati motivi, può succedere che gli ingranaggi dell’orologio biologico s’inceppino, ed il corpo risponda in maniera inappropriata presentando oligomenorrea, menorragia, metrorragia, polimenorrea ecc.
L’orologio biologico si può idealmente dividere in due periodi: la fase di pre-ovulazione e la fase di post-ovulazione. Generalmente, lo stadio post ovulatorio, che coincide con il periodo che segue l’ovulazione, è costante; ciò che cambia, e che potrebbe causare oligomenorrea, quindi ritardo del flusso mestruale, è lo stadio pre-ovulatorio, che è variabile. Proprio quest’ultima fase, protraendosi troppo a lungo, potrebbe generare quell’attesa che si traduce in oligomenorrea.