Che cos’è la febbre tifoide?

I bacilli tifoidei contengono Ag (O e H) che stimolano l’ospite a produrre i corrispondenti Ac. Un aumento di 4 volte del titolo di Ac anti-O e anti-H in campioni prelevati a 2 settimane di distanza l’uno dall’altro suggerisce un’infezione da S. Typhi. Tuttavia, questo test ha solo una moderata sensibilità (70%) e una scarsa specificità; molti ceppi di Salmonella non tifoidi mostrano reazioni crociate, e la cirrosi epatica produce falsi positivi.I bambini sono i soggetti considerati i più esposti al tifo addominale, probabilmente a causa del sistema immunitario (le difese naturali del corpo contro infezioni e malattie) ancora in fase di maturazione, anche se fortunatamente tendono a sviluppare una sintomatologia più blanda.

La vaccinazione antitifica è di valore limitato in caso di esposizione a casi conclamati, mentre può essere utile in caso di convivenza con portatori cronici.
La vaccinazione antitifica è obbligatoria per alcune categorie a rischio ( D.C.G. 2 dicembre 1926, DPR 26 marzo 1980, n° 327).
La vaccinazione è consigliata per:viaggiatori diretti in zone ad elevata morbosità per febbre tifoide;
addetti a raccolta, allonta-namento e smaltimento dei liquami;
soggetti esposti nel corso di un’epidemia in comunità o in istituzioni;
personale di laboratorio con possibilità di frequenti contatti con S. typhi.Il tifo, se non trattato, può portare a febbre duratura, bradicardia, epatosplenomegalia, sintomi addominali fino a polmonite. In alcuni casi possono comparire macchie rosacee e complicazioni cerebrali che, in 1-2 casi su 10, possono essere fatali. Il tasso di morte sale in caso di bambini sotto i 4 anni. La cura è a base di antibiotici.