C’è una prassi comune soprattutto in Italia di chiudere un pasto, che sia la cena o il pranzo, bevendo un amaro. Qualcuno lo utilizza anche dopo il classico caffè di fine pasto. Un amaro altro non è che una bevanda spiritosa, ottenute mediante aromatizzazione di alcol etilico con le più svariate erbe. Si tratta di una bevanda alcolica con tutte le controindicazioni che il bere gli spiriti produce.
Molti lo considerano un ottimo digestivo e lo consumano per agevolare il proprio organismo a digerire prima quello che si è mangiato. Ecco perché è molto usato la sera, per il dopo cena. Ma fa davvero bene bere un amaro prima di andare a letto o c’è qualcosa di ignaro per molti che può causare problemi a chi usa questa prassi? Vediamo di approfondire meglio gli effetti del consumo degli amari
Il lato digestivo di un amaro bevuto dopo cena
Molti lo chiamano “ammazzacaffè” proprio perché viene consumato a fine pasto e dopo aver bevuto il caffè. Un nome che nasce dal fatto che il bere un amaro (ma anche un altro liquore tipico del dopo pasto) cancella dal palato il gusto di tutto ciò che si è mangiato durante il pasto e del susseguente caffè. In Italia bere un amaro dopo cena fa ormai parte della cultura nostrana. L’amaro serve per digerire, questo il credo comune, ma sarà davvero così? In linea di massima la convinzione è assolutamente errata.
Anche se un pasto è particolarmente pesante, bere un amaro non aiuta granché. Nonostante un amaro comunemente è chiamato anche digestivo, le sue proprietà digestive sono tutte da dimostrare, non avendo riscontro scientifici in questo senso. Il fatto che chi lo beve si sente meglio è solo una condizione mentale. Dopo aver bevuto il bicchierino, il nostro organismo produce un aumento della salivazione e questo da la sensazione nel soggetto che ha consumato l’amaro, di digerire meglio.
Ma è una sensazione, perché l’aumento della salivazione dipende esclusivamente dalla stimolazione delle papille gustative che produce il passaggio in bocca dell’amaro. Al contrario del credo comune, essendo una bevanda alcolica, con un tasso che arriva anche a sfiorare il 40%, provoca una irritazione delle pareti dello stomaco e si sa che uno stomaco irritato si svuota più lentamente.
L’effetto digestivo è annullato dall’alcol
Un tempo erano i frati ed i monaci, che coltivavano erbe e si dedicavano alla produzione di liquori dal gusto forte che proprio per questo motivo vengono chiamati amari. L’effetto digestivo è insito in determinate erbe da cui venivano prodotti questi amari. Si tratta di erbe medicinali, come lo sono il ginepro, l’assenzio, la liquirizia, l’anice e i chiodi di garofano, tanto per citare alcune delle più diffuse erbe medicinali che vengono usate come ingredienti dell’amaro.
E sono tutte piante e spezie che hanno una notevole inclinazione digestiva, ma i benefici insiti in queste piante, vengono cancellate dall’alto tasso alcolico degli amari. Infatti, la funzione che queste erbe hanno sul nostro corpo è quella di favorire la produzione dei succhi gastrici. Ed è vero che bere un amaro stimola la produzione di questi succhi gastrici che dovrebbero favorire la digestione. Il problema è che l’alcol rende i succhi gastrici più acidi e anziché favorire la digestione, la penalizza e la ostacola.