I mandarini sono frutti piccoli e gustosi, che permettono all’organismo di appropriarsi di un consistente apporto di benefica vitamina C. Ma chi soffre di malattie del metabolismo può consumarli? I mandarini si possono mangiare con il diabete? Ecco la risposta della medicina su questo argomento.
Le proprietà dei mandarini
I mandarini sono ricchi di acqua, di proteine, di folati e di fibre. I mandarini sono un’importante fonte di vitamina C e aiutano l’organismo a rafforzare il sistema immunitario rendendolo maggiormente efficace nel contrastare l’attacco dei virus e dei batteri tipici delle malattie da raffreddamento.
I mandarini proteggono il cuore e il cervello e riducono il rischio di insorgenza di infarti e ictus. I mandarini abbassano il colesterolo LDL e regolano i valori pressori. L’alto contenuto di fibre dei mandarini aiuta il benessere dell’intestino, favorisce la peristalsi e la motilità intestinale, contrasta la stitichezza e la stipsi. Il mandarino favorisce inoltre la digestione.
I mandarini sono però molto calorici. 100 grammi di mandarini contengono infatti circa 75 kcal. I polifenoli però, contenuti nel frutto, riescono a modulare il metabolismo dei grassi e agevolano la perdita del peso corporeo di chi sceglie i mandarini per la dieta. Ma i mandarini si possono mangiare con il diabete?
Mandarini e diabete
I mandarini si possono mangiare con il diabete? La risposta della medicina è sì. Anche chi soffre di diabete può mangiare i mandarini. Questo perché i flavonoidi contenuti nei mandarini hanno proprietà anti-iperglicemiche per cui mangiare questo frutto aiuta a ridurre l’iperproduzione di insulina.
Certamente il consumo dell’agrume non va portato all’eccesso, regola che vale non solo per chi soffre di diabete ma anche per chi non ha particolari patologie.
Altri frutti che i diabetici possono mangiare
Oltre ai mandarini quali frutti sono consentiti ai diabetici? Via libera alle mele, alle pere, alle arance, alle nespole, alle pesche, alle fragole, ai lamponi, alle albicocche, tutti frutti con un basso indice glicemico. Le porzioni non dovrebbero poi mai contenere più di 15 grammi di carboidrati. Da valutare anche la maturazione del frutto, meglio se non troppo maturo, e la sua ricchezza in fibre. Più il frutto contiene fibre, minore è il picco glicemico dopo la digestione.
I diabetici devono fare molta attenzione anche a come mangiare la frutta. Bene il frutto fresco e di stagione, male la frutta sciroppata e quella candita, che sono da evitare. Da limitare frutti cotti e disidratati perché contengono più zuccheri, che si concentrano nell’alimento a causa della perdita di acqua provocata dalla cottura o dalla disidratazione. Da limitare, per i diabetici, anche il consumo di frutta secca. Attenzione alle spremute e ai succhi di frutta industriali, prodotti che molto spesso possono presentare zuccheri aggiunti.
Chi ha il diabete deve consumare frutta lontano dai pasti, come spuntino di metà mattinata o metà pomeriggio, per evitare di aumentare il carico glicemico dopo i pasti, soprattutto se si tratta di piatti di carboidrati come pane e pasta.