Alzi la mano chi di voi non ha mai mangiato del tonno in scatola, ovviamente nessuno. Il tonno in scatola grazie alla sua velocità, versatilità in cucina, praticità, bontà e molto altro, si conferma essere un alimento irrinunciabile sempre presente nelle dispense. La sua unga conservazione e la sua praticità nel disporlo all’interno dei cassetti lo hanno reso un alimento indispensabile per qualsiasi evenienza. Il tonno in scatola è ottimo come condimento per pizza, pasta, riso, fresche insalate, farciture di panino ed è buonissimo anche spalmato sui i toast appena sfornati per sfiziosi aperitivi.
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Ma quando apriamo una lattina di tonno in scatola, siamo davvero sicuri di sapere ciò che stiamo per consumare? È questa la domanda più gettonata: cosa si nasconde dentro una scatoletta? In questo articolo affronteremo insieme questo problema del tonno in scatola, o almeno di quello che crediamo sia tonno. Secondo una nota associazione, infatti, una prima pecca delle scatolette è sicuramente la scarsa trasparenza in quanto dopo aver condotto un monitoraggio in ben 173 punti vendita, la scorsa estate, sulle etichette di oltre 2mila lattine di tonno, l’associazione ha chiarito un punto molto importante: i consumatori sanno poco o addirittura nulla riguardo a ciò che si apprestano a comprare e di conseguenza a mangiare.
Fate voi stessi la prova. Aprite la vostra dispensa e provate a leggere cosa c’è vi è riportato sull’ etichetta della scatoletta: in quella all’olio di oliva, a parte i vari ingredienti (tonno, olio d’oliva e sale) non troviamo nient’ altro e stessa cosa vale per la scatoletta di tonno al naturale dove troviamo gli ingredienti (tonno, acqua, sale, estratto di lievito) ma null’altro. Nella metà dei casi esaminati, però, non sappiamo assolutamente che specie di tonno abbiamo acquistato e soltanto il 7% di queste scatolette ne indica la provenienza. Silenzio assoluto quindi anche sulla tecnica di pesca che viene utilizzata, almeno nel 97% delle scatolette esaminate.