Con l’approssimarsi dell’autunno oramai “ufficializzato” anche dal calendario, che con il recente maltempo manifestatosi su tutta la penisola, che certifica anche il cambio di frutta, in quanto diventa soprattutto quella secca a farla da padrone almeno fino alla prossima primavera.
E le castagne, da sempre una delle tipologie indiscutibilmente legata a climi e temperature rigidi, oltre al contesto tipicamente autunnale, in quanto il decorso della pianta del castagno che produce questi saporiti ed energetici frutti inizia a svilupparne proprio dalla fin da fine agosto fino a novembre inoltrato. Ma le castagne possono fare male?
Attenzione a mangiare castagne: ecco le conseguenze!
Si tratta di una tipologia di frutta secca estremamente preziosa nell’ambito comune e “regionale” in quanto costituisce una forma di peculiarità tra le varie forme di noci, in quanto con un’adeguata cottura aumenta il potere saziante di questi frutti, che soprattutto nei mesi invernali sono cucinati e consumati sotto varie forme.
Dal punto di vista nutrizionale può vantare caratteristiche importanti, in quanto è un’ottima fonte di acido folico, particolarmente utile ad esempio per le donne in gravidanza, fibre, acidi grassi Omega-3 e Omega-6, ha pochi grassi ma al contempo è molto saziante in quanto è “fornita” di un cospicuo apporto di proteine e sono completamente prive di glutine.
Particolarmente importante è l’apporto di sali minerali, mentre rispetto alle altre forme di frutta secca sono particolarmente ricche di carboidrati, che le rendono un’alternativa al pane, alla pasta o alle farine adatta anche a chi soffre di celiachia.
Non “fanno male”, ma anche al naturale sono molto caloriche (100 grammi di castagne “crude” supera le 170 calorie) mentre con la cottura gli amidi tendono ad aumentare il mix di zuccheri naturali quindi la dose di calorie aumenta anche di molto, in quanto 100 grammi di castagne arrosto “vale” 200 calorie, uno castagne bollite 130, un etto di castagne secche può superare le 300. Non sono quindi indicate per un regime ipocalorico, così come sono “nemiche” per chi soffre di glicemia alta e diabete.