Sono piuttosto frequenti le segnalazioni che arrivano riguardanti i così detti “animaletti della pasta”: la “contaminazione” della pasta ma anche di altri prodotti da forno con farfalline o “vermetti”. Si tratta ovviamente di un fenomeno spiacevole, che genera anche parecchia preoccupazione e che rende per di più completamente inutilizzabile gli alimenti contaminati.
Da cosa dipendono questi vermi? I vermetti della pasta derivano dalle uova che vengono deposte dagli insetti parassiti dei cereali e che in condizioni a loro favorevoli riescono a svilupparsi trasformandosi prima in larve (i “vermetti”) e poi in insetto adulto (le farfalline). Tra i più comuni di questi parassiti c’è il Tenebrio molitor: un piccolo coleottero le cui femmine possono deporre fino a 600 uova che possono completare il loro sviluppo nel giro di qualche settimana. Questo insetto è assolutamente innocuo e a dimostrarlo è il fatto che l’Unione europea lo ha registrato come “novel food” ovvero nuovo alimento di cui è possibile il consumo.
Quelle che noi vediamo come farfalline sono dei piccoli lepidotteri chiamati anche “tarme” della farina o “tignole” le cui uova si raggruppano sotto forma di piccole ragnatele che vanno incontro ad una metamorfosi passando dallo stadio larvale ad insetto adulto. Ricordiamo anche il “punteruolo” della pasta: un piccolo curculionide di 2-3 mm che pur avendo le elitre è totalmente incapace di volare e il suo sviluppo è analogo rispetto a quello degli altri insetti.
Gli insetti “contaminanti” si possono facilmente trovare all’interno dei granai, nei silos e anche nei mezzi che trasportano i cereali, dove depositano appunto le loro uova. Nelle lavorazioni successive, quale ad esempio la macinazione che avviene a temperatura ambiente, le uova riescono a mantenere la loro vitalità per cui è possibile trovarle nelle farine; la loro presenza può essere scoperta esclusivamente con accurati esami al microscopio. Potrebbe essere possibile eliminarli grazie all’uso di sostanze insetticide, ma il pericolo è nettamente superiore rispetto ai benefici che si possono ottenere.
I cereali e le farine prima di essere consumati sono in genere sottoposti a trattamenti di cottura che superano i 100 °C; temperature in cu le uova vengono completamente distrutte e non esiste più alcuna possibilità che si sviluppino in larve o insetti. E’ diversa però la situazione nel caso della produzione della pasta in quanto la temperatura che si raggiunge nelle sue lavorazioni raramente supera i 75 °C. In queste condizioni c’è la possibilità che parte delle uova riescano a sopravvivere.