Salsa di pomodoro ammuffita: ecco cosa accade se la consumiamo

Un nuovo test sulle salse di pomodoro è arrivato proprio nel momento più giusto, dopo che il sequestro di tonnellate di prodotti di un noto marchio, ha generato una certa confusione e ha disorientato i consumatori. Questo test è stato condotto in Germania, ma sono presenti diversi marchi italiani. Con un tempismo praticamente  perfetto, almeno rispetto a quanto sta accadendo nel nostro paese, una rivista ha analizzato e confrontato ben 50 marche di salsa di pomodoro.

Come sempre gli esperti di laboratorio sono andati alla minuziosa ricerca di sostanze controverse eventualmente presenti nelle salse e in particolare di tossine delle muffa ma anche di pesticidi. Questa volta nonostante il test ci riguarda molto da vicino: l’Italia è espressamente indicata come il paese di origine su 40 prodotti e molte salse del test vengono vendute anche nei nostri supermercati.

I risultati hanno evidenziato che una salsa di pomodoro su cinque conteneva dei composti metabolici tossici della muffa e questo significa che all’interno dei barattoli e delle lattine sono finiti anche dei pomodori ammuffiti. Le tossine della muffa pericolose trovate in diverse salse sono quelle che vengono prodotte dai funghi del genere Alternaria, diffusi sulle piante di pomodoro. Tali tossine rappresentano un potenziale rischio per la salute del nostro corpo ed alcune ricerche condotte sulle cellule hanno dimostrato infatti che possono danneggiare tutto il materiale genetico avendo perfino un effetto simile a quello degli estrogeni.

C’è poi l’acido tenuazonico (TEA), ovvero la tossina riscontrata più frequentemente nel test e che negli studi ha mostrato di riuscir ad inibire la produzione delle proteine ​​endogene portando di conseguenza dei seri danni agli organi. Oltre all’elevato contenuto di TEA o AOH, negli stessi prodotti è stato trovato anche ergosterolo, un biomarcatore di spore fungine che pur essendo di per sé innocuo per salute del nostro organismo, conferma di fatto la trasformazione in salsa dei pomodori marci.

Fino a questo momento non ci sono valori limite legali obbligatori per tali tossine ma neanche sono in lavorazione. Inizialmente vengono forniti soltanto livelli indicativi e, se questi vengono poi superati, i produttori sono tenuti a determinarne le varie cause. La brutta notizia di tutta questa faccenda è che i marchi biologici sembrano essere anche particolarmente colpiti dal problema. I laboratori hanno trovato infatti quantità di tossine significative in diversi prodotti “bio”. I produttori allora si sono giustificati dicendo che per quest’ultimi è più difficile ridurre l’esposizione alla muffa in quanto in agricoltura biologica non si possono spruzzare i fungicidi.