La pasta è certamente l’alimento che viene maggiormente acquistato e, di conseguenza consumato, sul territorio italiano. Si tratta infatti di un piatto che da secoli appartiene alla cultura culinaria del nostro amato paese e che, in molti, devono necessariamente mangiare almeno una volta la giorno. Certamente si tratta di un piatto che, ormai per abitudine, rientra nella dieta quotidiana ma non per questo i consumatori mangiano ogni giorno la stessa cosa.
Infatti, soprattutto in Italia, abbiamo la possibilità di godere e gustare tantissime varietà di pasta diverse: pasta lunga, corta, arricciata, spezzata. Sono veramente tanto, ma i tagli preferiti rimangono sempre gli spaghetti e le penne, rigorosamente rigate, così da riuscire a mantenere meglio il sugo del condimento. La pasta è così amata soprattutto perché, spendendo veramente poco, è in grado di saziarci senza farci perdere la possibilità di gustare un buon piatto.
Negli ultimi mesi un’ombra si sta avvicinando sempre di più ai grandi colossi produttori di pasta: infatti, da alcuni studi eseguiti in laboratori tedeschi, è emerso che in molti marchi europei la pasta prodotta presenta alcune sostanze radioattive. Non è necessario specificare che la notizia sconvolgente ha lasciato a bocca aperta anche gli esponenti della comunità scientifica; questi, infatti, hanno ritenuto doveroso avvisare i vari enti di competenza per fermare il prima possibile la diffusione di queste sostanze pericolosissime per l’uomo.
Il Ministero della Salute, in contemporanea con gli enti competenti Europei, ha subito reso nota la notizia divulgando marca, lotto e data di produzione. In men che non si dica sono stati attuati tutti i protocolli del caso, a partire ovviamente dal ritiro dei lotti incriminati dal mercato. La gente ha iniziato ad avere veramente paura, soprattutto in paesi come Germania e Francia: in questi luoghi le marche analizzate sono veramente tanto diffuse e molti consumatori avevano già acquistato e consumato diverse confezioni. In questi casi non bisogna allarmarsi, in quanto gli esperti hanno dato indicazioni abbastanza chiare.
Si tratta di dosi non molto alte per ogni singola confezione, quindi ogni individuo si troverà ad assumere una bassissima percentuale per porzione. Il problema si presenta nel momento in cui si consuma pasta contaminata regolarmente, quindi con una frequenza giornaliera: in questo caso la percentuale aumenta e il consumatore potrebbe riscontrare sintomi quali vomito, dolori addominali, brividi e febbre molto alta. Inoltre, le autorità chiedono di mantenere il buon senso e di non affollare i presidi ospedaliere se non si presentano sintomi.