Il melograno è il nome di una pianta arborea della Famiglia Punicacee ma nel linguaggio comune, questo frutto, viene chiamato melagrana, cioè il frutto da cui è prodotto. Il melograno appartiene al VI e VII gruppo fondamentale degli alimenti, ovvero a quei cibi ricchi di vitamina A e C; è anche ricco d’acqua, di fibre, di fruttosio, di sali minerali e di antiossidanti non vitaminici e gli sono state attribuite anche delle proprietà antiossidanti davvero miracolose tanto da etichettarli come “frutti-anticancro”.
Di certo non è affatto un caso che, nei pesi di origine, i frutti di melograno abbiano acquisito un significato magico dato che compaiono nei testi di tante culture dell’antichità, con dei riferimenti sia sacri, sia di interesse prettamente medico. Una delle leggende a riguardo narra che il melograno fu un prodigio di Madre Natura, dalla quale, quindi, tutto ebbe origine e con la quale tutto finirà. Numerosissime culture antiche lo reputavano quasi come una testimonianza terrena delle entità superiori, credenze rafforzate dal fatto che la pianta sopravvive benissimo a tutte le ostilità.
Il melagrano si presta alla dieta quotidiana di tutti i soggetti sani ed eventuali controindicazioni al suo utilizzo sono da riferire soltanto a delle patologie metaboliche con base genetica davvero forte, che sono legate all’obesità o comunque sono preesistenti.
Ma andiamo al centro dell’articolo: perché il melograno assume questo colore rosso intenso?
Questo frutto ha in effetti un notevole potere colorante, motivo per cui, fin dalla notte dei tempi, viene comunemente impiegata anche come tintura naturale, soprattutto per quanto riguarda i tessuti. Tale proprietà è data dalla presenza di tannini e di flavonoidi: sostanze pigmentate che si estraggono non soltanto dal frutto ma anche dal legno dell’albero del melograno. Questi pigmenti sono perfettamente resistenti alla luce e a tutti lavaggi nei tessuti sia di fibra animale che di fibra vegetale.
Si pensa però che l’unico colore che si possa ottenere dal melagrano sia il rosso, ma ciò che non si conosce è che da questo frutto e dall’albero stesso, si possono ottenere diversi pigmenti che vanno dal giallo più o meno chiaro a diverse tonalità di grigio e in più, secondo un antico procedimento babilonese, la lana colorata di blu e fatta poi bollire in un decotto di scorze di melagrano, assume una stupenda colorazione di verde smeraldo. Curiosità: il nome comune “melo-grano” affonda le su radici nel latino antico e deriva da “malum” e “granatum”, termini che in italiano significano “mela” e “con semi”.