In questo articolo cercheremo di capire quali sono le conseguenze per il nostro corpo qualora ingerissimo, anche solo per sbaglio, dei vermi contenuti in del cibo avariato. Può capitare nella nostra vita di ingerire senza, senza nemmeno accorgercene, del cibo avariato contaminato da vermi e larve, ma cosa accade al nostro organismo? Diciamo subito che generalmente non si tratta di un motivo che desta particolare preoccupazione anche se l’ingerimento dei vermi potrebbe comunque causare un’intossicazione batterica.
Per larva si intende ad esempio una mosca comune; i vermi in genere hanno una lunghezza variabile che può oscillare dai 3 ai 12 millimetri. Un mosca femmina adulta, è in grado di deporre fino alle 130 uova per volta ed ognuna di queste uova si svilupperà poi in larva ed è bene sapere che il cibo avariato è ritenuto un ottimo alimento per queste piccole larve in via di sviluppo. Vediamo cosa potrebbe accadere al nostro corpo.
Le mosche potrebbero depositarsi sugli alimenti sia durante il giorno che durante la notte e potrebbero trasportare in questo modo dei batteri nocivi che hanno preso dai rifiuti animali ed umani. Le larve possono trasmettere questi batteri agli alimenti che poi noi andiamo a consumare e quindi saremo perfettamente esposti ad essi che potrebbero provocare del malessere generale. La Salmonella e l’Escherichia coli sono soltanto due dei tanti esempi di batteri che le mosche e i vermi sono in grado di trasmettere all’uomo.
Il termine Salmonella st ad identificare un gruppo di batteri Gram negativi che rientrano nella famiglia degli Enterobatteri e si tratta di microorganismi che trovano il proprio habitat ideale all’interno dell’intestino di rettili, di uccelli e di mammiferi, incluso appunto anche l’uomo. I batteri di questo genere presentano una forma di bastoncino e sono mobili per via della presenza di flagelli. Riescono a svilupparsi bene a temperatura ambiente, ma anche all’interno dell’organismo umano, anche se non tollerano le alte temperature e pH acidi.
La Salmonella è particolare sensibile agli agenti chimici e a quelli fisici: se avviene a temperature inferiori ai 5°C, la refrigerazione riesce ad impedire la moltiplicazione batterica, senza andare ad uccidere i microorganismi. La congelazione determina, invece, una moderata non attivazione di Salmonella, oltre che ad impedirne la crescita. La cottura di questi alimenti abbatte in modo drastico il rischio di infezione, dal momento che questi batteri vengono distrutti dal calore. I principali fattori di rischio per la salmonellosi sono la bassa acidità gastrica, l’alterazione della normale flora batterica del nostro intestino e le malattie infiammatorie enteriche.