Non si può stare mai tranquilli con i prodotti alimentari e oggi, in questo articolo, parleremo infatti del pomodoro e della presenza di muffe su di essi. Da qualche mese a questa parte sono stati davvero numerosi i ritiri di lotti di pomodoro appartenenti ad una marca italiana molto conosciuta. La risposta arriva dalla Germania, che pare abbia creato un valido test per poter capire quali siano effettivamente le marche conformi alle leggi in ambito sanitario.
Tutti questi ritiri hanno chiaramente generato una grande confusione sui consumatori che, adesso, non sanno più a quale marchio affidarsi per essere sicuri di gustare un prodotto sano. Gli esperti del settore dichiarano di aver analizzato un numero superiore a cinquanta tipi di pomodoro diverso: nello specifico hanno ricercato la presenza di eventuali tossine della muffa oppure di pesticidi chimici. Tra i marchi analizzati, ne fanno parte anche molti lotti italiani interessati dalla presenza di sostanze nocive per il nostro corpo. Da questi studi è emerso che una marca di pomodoro su cinque, conteneva tossine che indicano la presenza della muffa.
Secondo le associazioni fatte dei consumatori, questa situazione così disgustosa, deriva dal fatto che sono stati raccolti e imbustati non soltanto pomodori sani e maturi, ma anche prodotti ammuffiti e deteriorati. In generale, gli studiosi affermano che tali tossine risultano alquanto tossiche per l’uomo, ma tutto dipende comunque dalla quantità e dal tipo di tossina che essi vanno a sviluppare. Infatti, in alcuni casi particolari, se il paziente soffre già di allergie o ha avuto a che fare con precedenti intossicazioni, l’assunzione di queste nuove tossine potrebbe essere, per lui, letale.
Ma vediamo di quali tossine si tratta per l’esattezza. Sono state trovate delle tossine provenienti dai funghi del genere Alternaria, funghi che vanno a colonizzare spesso le piante dei pomodori, in quanto trovano, lì, un habitat naturale. Secondo quanto riportato da alcuni studi condotti, tali tossine sono in grado di danneggiare il materiale genetico e di inibire la produzione di proteine endogene, che sono necessarie e fondamentali per la maturazione di molti organi considerati “vitali”.
I marchi più interessati da queste contaminazioni sono, purtroppo, i marchi BIO, dato che sono quelli più esposti ad eventuali vettori o agenti contaminanti proprio perché sulle materie prime non vengono completamente utilizzati pesticidi o prodotti chimici per allontanare gli insetti. I produttori di queste aziende hanno tentato di giustificarsi in ogni modo dicendo che, per ottenere un prodotto considerabile BIO, è opportuno non utilizzare sostanze velenose che, vanno a ridurre al minimo l’esposizione alla muffa, ma sono anche molto dannose.