Il pompelmo (il cui nome scientifico è Citrus paradisi Macfad), è un albero da frutto che appartiene al genere Citrus e alla famiglia delle Rutaceae; questo nome comune “pompelmo” si può riferire tanto al frutto quanto anche al suo albero. Si tratta di un antico ibrido, che deriva probabilmente dall’arancio dolce e dal pomelo, ma da secoli costituisce proprio una specie autonoma che si propaga per talea e per innesto.
Il suo albero è un sempreverde che solitamente è alto dai 5 ai 6 metri, ma può raggiungere perfino i 13-15 metri. Le sue foglie sono di colore verde scuro, lunghe e davvero sottili; produce dei fiori bianchi che sono composti da quattro petali e presentano un frutto giallo, di aspetto globoso e di diametro di 10–15 cm, composto da spicchi incolori.
Esso è uno dei più grandi tra i frutti degli agrumi, secondo soltanto al pomelo, dato che può facilmente raggiungere i due kg di peso, ma in qual caso non deve essere consumato fresco, ma dovrebbe essere invece destinato all’industria conserviera per la produzione di succo. La buccia del pompelmo è abbondantemente foderata dalla massa di spugnosa consistenza detta albedo che è leggermente meno compatta rispetto a quella del limone. Il pompelmo contiene importanti sostanze nutritive e antiossidanti che aiutano a proteggere accuratamente il nostro cuore regolando la pressione sanguigna e i livelli del colesterolo.
Una meta analisi di 3 studi, condotta con 250 partecipanti ha rilevato che il pompelmo ha ridotto in maniera significativa la pressione sanguigna sistolica: tuttavia, però, la qualità e il numero limitato di studi riservati a questo punto impongono ulteriori ricerche per fare maggiore chiarezza riguardo le potenzialità ipotensive del pompelmo. In un altro studio, le persone che hanno mangiato del pompelmo tre volte al giorno per un periodo di circa sei settimane hanno sperimentato riduzioni significative della pressione sanguigna ma oltre a questo hanno anche anche mostrato notevoli miglioramenti nel colesterolo totale e nei livelli di colesterolo LDL, ovvero quello cattivo. Ma come fa il pompelmo ad agire in questo modo?
Questo frutto riesce a farlo grazie alla Naringina e ad alcune furanocumarine che vanno ad inibire l’enzima cyp3a4 del fegato impedendo quindi la distruzione del cortisolo in 6-beta-idrossicortisolo. Il cyp3a4 sopra citato, non mira però soltanto a distruggere il cortisolo ma anche la maggior parte dei farmaci, assumendo il pompelmo si ha infatti un blocco temporaneo di circa 72 ore del cyp3a4 impedendo l’eliminazione dei farmaci e dell’alcol.