Attenzione, allerta marmellata: ecco di cosa si tratta

Nell’ultimo periodo molti articoli di giornale e siti web stanno parlando della pericolosità della marmellata per i soggetti celiaci, scopriamo insieme il perché. Però, prima di andare a fondo della questione e scoprire se davvero a quali soggetti in particolar modo fa male assumere questo alimento, dobbiamo puntualizzare un fattore che scioccherà molti consumatori, ovvero che la marmellata di fragole non esiste. Si, me ne rendo pienamente conto, sembra proprio una di quelle affermazioni del tutto errate e che a primo impatto potrebbero scatenare una risata.

Invece è davvero così, perché per far sì che un prodotto si possa definire marmellata, occorre che contenga almeno il 20% di agrumi. Dunque, possiamo riassumere il concetto dichiarato dicendo che la marmellata può essere definita come tale solo se è a base di agrumi, tra cui troviamo ad esempio le arance, il pompelmo, il mandarino, il limone, il bergamotto… Tutte le altre invece, a seconda delle loro caratteristiche, possono prendere il nome di confetture o composte. Anzi possiamo dirvi qualcosa in più, ovvero anche se la parola marmellata deriva dal portoghese, precisamente da Marmelada.

Nome che identificata precisamente una preparazione a base soltanto di mele cotogne, una direttiva europea del 1982 chiarisce le nette differenze e identifica in modo chiaro e conciso, tutti quei prodotti che sono autorizzati a portare la dicitura: marmellata, confettura o composta. Di conseguenza gli esperti del mestiere, affermano che, per poterle riconoscerle e non essere tratti in inganno, sarà necessaria solamente un po’ d’attenzione ulteriore alla lettura dell’etichetta, poiché è proprio lì che troviamo riportate tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno.

Ritornando al discorso di prima però, molti non sono al corrente del fatto che i nuovi approfondimenti del Ministero della Salute hanno recentemente modificato le indicazioni che riguardavano il consumo delle marmellate e delle confetture da parte dei celiaci. Infatti grazie proprio a queste particolari modifiche, questi prodotti che in passato erano considerati come una vera propria “categoria a rischio” e di conseguenza necessitavano della scritta “SENZA GLUTINE” in etichetta, da quel momento possono essere consumate tranquillamente da tutti i celiaci.

Attenzione però, poiché non basta soltanto l’indicazione, infatti quest’ultima non ha alcuna valenza per tutti i prodotti che portano la denominazione “preparazioni a base di frutta”, i quali non dovendo rispettare il disciplinare specifico delle categorie “marmellate e confetture” precedentemente citate, restano ad alto rischio di contaminazione e devono assolutamente riportare in etichetta l’apposita dicitura, la quale indica che sono idonee al consumo da parte dei celiaci.