Tutti abbiamo gustato il famoso pesto, non per caso infatti, è uno dei piatti tipici italiani più amati all’estero, ma anche in tutta Italia. Tuttavia, una ricerca risalente ai primi anni 2000, divenuta in seguito di dominio pubblico, poiché è stata citata durante alcuni eventi e conferenze stampa, sembra suggerire che il basilico possa in alcuni casi essere cancerogeno. Questa è stata una notizia che ha scatenato una vera e propria bufera, nonché allarmismo tra i consumatori.
Il basilico, però, dobbiamo puntualizzare che non è stato inserito nella lista ufficiale dell’IARC dei cibi potenzialmente cancerogeni e i ricercatori stessi predicano molta prudenza su questa vicenda, poiché la maggior parte degli studi a proposito della cancerogenicità del pesto non sono stati effettuati sugli esseri umani ma sui topi. Inoltre, si pone l’attenzione sul fatto che vi è una grande differenza che riguarda la quantità di basilico che potrebbe avere un’influenza negativa sul nostro organismo e quella normalmente consumata.
Per cercare di approfondire ulteriormente la vicenda, abbiamo deciso di chiedere il parere ad alcuni dietisti e nutrizionisti esperti in questo campo. I medici professionisti, affermano che secondo le loro indagini, è stato rilevato che nella ricetta originale si trovava una presenza di una particolare sostanza, mi riferisco al metileugenolo. Questa sostanza è ammessa per legge entro certi limiti che però nel pesto sono risultati ben 600 volte superiori ai limiti considerati sicuri. Questa sostanza, naturalmente presente negli oli essenziali e, appunto, nel nostro amato basilico, è stata poi identificata come tossica per l’uomo l’anno successivo, nel 2001.
La potenziale cancerogenicità è confermata anche uno studio successivo, ma è di importanza fondamentale osservare come si tratti di ricerche effettuate su un gruppo di topi a cui però è stata somministrata una dose di metileugenolo quotidiana ben 150 volte maggiore rispetto a quella assunta da una qualsiasi persona che mangi pesto quotidianamente anche due volte al giorno. Altro aspetto fondamentale da puntualizzare, riguarda il fatto che il metileugenolo.
E’ presente in maggior quantità nelle piante più giovani, quelle che vengono effettivamente utilizzate per preparare il pesto, ma al contrario, non troviamo grandi quantità di questa sostanza nel basilico che si utilizza per condire pizze, paste o insalate. Alla luce di questi dati, sorge spontanea la domanda a proposito della sicurezza o meno del tanto amato basilico e pesto. Ma attenzione perché i medici rassicurano, poiché moltissime piante contengono naturalmente delle sostanze che servono a difenderle e che possono essere potenzialmente tossiche per l’uomo. Ma almeno finora non si corre nessun particolare rischio.