In gran parte del mondo le spezie costituiscono una tipologia di cibo che fa spesso da “collante” non solo tra le varie pietanze ma anche tra le culture stesse, in quanto sono in grado di conferire una forma di legame, che è fortemente unito al gusto personale ma anche nel caso di quelle più famose, come il prezzemolo, il basilico, il rosmarino o il coriandolo, queste sono entrate da secoli nella cultura europea, ma anche di quella dei singoli stati. Da qui le numerose leggende e dicerie inerenti spesso ad effetti estremamente incidenti, sia positivi che negativi, anche se la scienza moderna ha spesso smorzato convinzioni che si sono protratte per decadi intere. Alcune di queste però resistono come gli effetti inerenti al consumo di prezzemolo cotto, condizione spesso ritenuta nociva ancora oggi.
Ma cosa dice la scienza?
C’è un fondo di verità?
Prezzemolo cotto: quali sono gli effetti sul nostro corpo?
Il prezzemolo è una pianta arbustiva di tipo annuale che solitamente si trova naturalmente in luoghi temperati e mediamente soleggiat: ha un comportamaento di tipo arbustivo, e viene utilizzata da secoli come cibo, essendo commestibile ma anche all’interno di infusi, ma soprattutto oggi come in passato, risulta essere un elemento estremamente duttile da impiegare in cucina, ad esempio sotto forma di condimento per zuppe, prodotti a base di carne e legumi, mentre in passato le foglie di prezzemolo hanno trovato ampio utilizzo presso rimedi medicinali ed officinali.
La pianta ha infatti eccellenti proprietà antisettiche, inoltre ha un potere rimineralizzante (spicca particolarmente il ferro, ma anche il magnesio, calcio e fosforo oltre che una buona varietà di vitamine) ed in condizioni di emergenza viene considerato un ottimo rimedio antinfiammatorio.
Non a caso viene utilizzato anche per ridurre i disturbi digestivi, ma quasi sempre viene preferito “naturale”, ossia semplicemente aggiunto e non cotto.
Il prezzemolo cotto fa male? In realtà la scienza ha da tempo sfatato questo mito che però resiste, come anche nel caso del basilico: le motivazioni sono spesso culturali, un principio attivo del prezzemolo è stato impiegato in passato come agente tossico, in quanto in quantità importanti può effettivamente essere considerabile dannoso per l’oragnismo, in particolare al sistema nervoso ed all’apparato digerente.
Ma questa azione non viene “fortificata” da una cottura che modifica solo il sapore rendendolo molto più acceso e quindi percepito come tale: il prezzemolo è sicuro anche per i bambini e le donne in stato interessante