La “scala santa” di Campli: salirla in ginocchio è un’esperienza di fede unica, la storia

Campli, un paesino situato nell’incantevole regione dell’Abruzzo, è famoso per la sua straordinaria “scala santa”, un luogo di pellegrinaggio che attira visitatori da ogni parte d’Italia e oltre. Questo monumento religioso rappresenta non solo una sfida fisica, ma anche un’esperienza di profonda spiritualità e riflessione per molti. La scala è composta da 28 gradini di legno, che i devoti salgono in ginocchio, un gesto che simboleggia umiltà, sacrificio e la ricerca di una connessione più profonda con il divino.

La tradizione di salire la scala in ginocchio non è solo un atto di devozione, ma è anche un rito che affonda le radici in secoli di storia e cultura. La scala santa si trova all’interno del complesso di San Francesco, un antico convento che ospita anche una chiesa dedicata al santo. Ogni anno, migliaia di pellegrini si recano a Campli per affrontare questa esperienza, che comporta non solo fatica fisica, ma anche un’intensa introspezione spirituale.

## Storia della “scala santa”

La storia della scala santa di Campli è avvolta da leggende e tradizioni popolari. Si racconta che il religioso Carmelitano, Padre Giovanni, avesse avuto una visione che lo portò a costruire questa scala come simbolo di penitenza e redenzione. La scala è stata inaugurata nel 1772 e da allora ha visto generazioni di fedeli mettersi alla prova, affrontando i suoi gradini per chiedere grazie, protezione o semplicemente per accrescere la propria fede.

Ogni anno, durante eventi speciali come la Pasqua, la scala santa diventa il palcoscenico di processioni e celebrazioni che richiamano un gran numero di partecipanti. Non è raro assistere a scene toccanti, dove i pellegrini, in preghiera, risalendo la scala in ginocchio, condividono momenti di vera commozione e vulnerabilità. Questo atto di fede è un modo per affrontare le difficoltà della vita e purificarsi, offrendo un dono a Dio.

La scala è realizzata in legno, emulando la scala che, secondo la tradizione cristiana, conduceva al Calvario. La simbologia è profonda e si riflette in ogni passo, rendendo ogni pellegrinaggio un atto di unione con la storia della fede cristiana e, in particolare, con la passione di Cristo. La presenza di molti visitatori, sia locali che turisti provenienti da lontano, contribuisce a mantenere viva la tradizione e il significato di questo luogo sacro.

## Un’esperienza di fede e di condivisione

Salire la scala santa in ginocchio è un’azione che incoraggia la riflessione non solo sulla propria vita personale, ma anche sulla comunità. I pellegrini spesso si uniscono in preghiera, creando un forte senso di comunità e condivisione. Ogni anno, il numero delle persone che si cimentano in questa sfida aumenta, portando con sé storie di speranza, dolore e guarigione. È un momento di incontro con altri che condividono le stesse aspirazioni spirituali, creando legami che possono durare a lungo.

Le visite alla scala potrebbero sembrare inizialmente un gesto isolato, ma spesso diventano un’esperienza collettiva. Durante il percorso, ci si può imbattersi in altri pellegrini che condividono il proprio vissuto, le proprie motivazioni e le proprie richieste di intercessione. Questo scambio di parole e emozioni arricchisce l’esperienza e fa sentire i partecipanti parte di qualcosa di più grande.

In aggiunta, il percorso verso la scala e il suo ambiente circostante è ricco di bellezze naturali e storiche. Il convento di San Francesco e la chiesa che lo affianca offrono opportunità per esplorare la storia locale e per ammirare opere d’arte che risalgono a epoche passate. Campli, con la sua atmosfera tranquilla e il suo paesaggio suggestivo, diventa una vera oasi di pace e riflessione per chi decide di intraprendere questa profonda esperienza spirituale.

## Il significato spirituale del pellegrinaggio

Il pellegrinaggio alla scala santa non è soltanto un’impresa fisica; esso incarna un profondo messaggio di perseveranza e fede. Salire i gradini in ginocchio simboleggia l’actio dell’essere pronti a soffrire e a sacrificarsi per qualcosa di più grande: la fede e la relazione con Dio. Questo gesto nasce da secoli di tradizione religiosa e diventa, per molti, un’esperienza catartica.

La pratica di salire la scala santa è diventata un rituale di crescita personale e spirituale. Molti pellegrini riferiscono di sentirsi rinnovati e purificati dopo aver affrontato le sfide corporee e psicologiche rappresentate dalla risalita. Questo viaggio interiore, spesso accompagnato dalla contemplazione e dalla preghiera, offre una via per riflettere sulle proprie relazioni e sulle proprie scelte di vita, rendendo il pellegrinaggio un’opportunità per un vero e proprio dialogo con il sacro.

In un’epoca in cui la spiritualità può sembrare distante, la scala santa di Campli rappresenta un faro di speranza e un invito a ricercare un significato più profondo nella propria esistenza. Attraverso la fatica e la dedizione, i pellegrini riescono a scoprire un legame autentico con le proprie radici spirituali e con la comunità che li circonda. La scala, quindi, non è solo una serie di gradini, ma un cammino di vita che continuerà a ispirare coloro che si avventureranno in questo atto di fede.

Salire la scala santa di Campli è un viaggio che abbraccia il corpo e l’anima, che invita a riflessioni profonde e a momenti di vera connessione con il divino. L’emozione e il senso di appartenenza a una tradizione secolare rendono questa esperienza unica, trasformando un semplice atto in un memorabile pellegrinaggio di fede.

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