Lo annuncia lo stesso Zuckerberg alla conferenza di Monaco sulla sicurezza che Facebook potrebbe pagare più tasse fuori dagli Stati Uniti, e sosterrà alcuni negoziati per un nuovo regime globale per Bigh Tech.
Non tutti si sentono sicuri a navigare su questo social, ovvero Facebook.
Se ne sono sentiti vari di casi dove c’è stata violazione di privacy, di dati personali.
Spesso Mark, è stato messo a dura prova con tutte le proteste, denunce, e violazioni verso il suo social.
Varie riforme sono state messe in atto, ma Zuckerberg sostiene di volere una riforma fiscale, non solo per lui, ma per chiunque faccia il suo stesso lavoro.
Le aziende tecnologiche come Facebook, dovrebbero servire alla società.
Come già detto poco fa, Mark Zuckerberg sostiene una riforma equa e solidale per tutti.
L’ultima visita ufficiale di Zuckerberg a Bruxelles risale al 2018, occasione in cui il fondatore di Facebook incontrò i deputati del Parlamento europeo per rispondere alle domande sul caso Cambridge Analytica, la società di marketing politico che, tramite una app sul social media, era riuscita a sottrarre indebitamente i dati di 2,7 milioni di utenti europei di Facebook.
Ma cosa sono le webtax? La tassazione per le multinazionali che operano in rete, con obbiettivo di garantire equità fiscale.
E’ stata una vera e propria necessità mettere in funzione una riforma del genere.
Una Web tax dovrebbe avere un carattere internazionale, poiché potrebbe penalizzare le imprese residenti nei paesi che la applicano, tanto sul mercato tradizionale quanto su quello internazionale.
Non tutti i Paesi hanno firmato per questa normativa, i pochi che hanno accettato e firmato sono: Italia, Francia,Spagna, Grecia, Germania, Austria,Bulgaria ecc.
Il paese che invece ha ospitato il consiglio per la webtax, ovvero l’Estonia, si è rivelata contraria alle tasse per chi opera nel mondo del web.
Zuckerberg è stato uno dei primi a farsi avanti, per la lotta per equità fiscale.