Da che animale si ricava la robiola? Ecco la verità

La robiola è un formaggio appetitoso che può essere sfruttato nell’ambito di un pasto goloso o per realizzare delle tartine per un aperitivo oppure per preparare un antipasto stuzzicante per gli ospiti. Volete sapere da che animale si ricava la robiola? Ecco la verità.

La robiola: proprietà

La robiola è un formaggio a pasta molle e a breve stagionatura tipicamente prodotto in Italia nelle zone delle Langhe, del bresciano e dalla Valsassina. Il colore della robiola è bianco, il suo gusto è delicato e sa di latte, la sua consistenza è cremosa e vellutata.

Dal punto di vista nutrizionale la robiola ha un’alto apporto energetico ma poche calorie, queste fornite prevalentemente da lipidi, proteine e carboidrati. La robiola contiene acidi grassi saturi, amminoacidi essenziali e glucidi semplici come il lattosio.

La robiola contiene colesterolo e manca totalmente di fibre. Presenti le vitamine A, B ed E e importanti sali minerali come il calcio, il sodio e il fosforo. La robiola aiuta lo sviluppo delle ossa e previene la nascita di malattie come l’osteoporosi. La robiola è priva di glutine per cui è un alimento adatto alla dieta di chi soffre di celiachia.

Ma da che animale si ricava la robiola?

Da che animale si ricava la robiola

Da che animale si ricava la robiola? La robiola si ricava dal latte della mucca, della capra o della pecora. Le robiole non sono quindi tutte uguali e si distinguono per il tipo di latte dato da ognuno dei differenti animali che abbiamo citato, dall’esposizione alla stagionatura, dalla durata della stessa stagionatura che, generalmente, è breve, dalla maturazione della crosta in superficie e dal tipo della formazione della muffa.

La breve stagionatura permette di inquadrare la robiola nella categoria dei latticini, i derivati del latte che contengono rilevanti quantità di lattosio. La breve maturazione delle robiole riesce a far sviluppare ai formaggi delle caratteristiche uniche nel loro genere. Tra queste la particolare crosta superficiale rossastra.

Robiola: controindicazioni

Il consumo di robiola presenta delle particolari controindicazioni per l’organismo? E’ necessario ricordare che la robiola è un latticino che contiene grassi saturi, colesterolo, sodio e calorie. Il consumo e le dimensioni delle porzioni di robiola devono dunque essere limitate dalle persone che soffrono di ipercolesterolemia, sovrappeso e ipertensione arteriosa.

Mangiare robiola è poi sconsigliato agli individui che soffrono di intolleranza al lattosio, sostanza presente nelle robiole.

Bisogna poi dire che, come tutti i derivati di origine animale, le robiole presentano il rischio di contaminazione patogena. In base al diverso tipo di formaggio troveremo robiole con un pericolo microbiologico contenuto e robiole più a rischio. Che il pericolo sia basso o meno è sempre rilevante e bisogna fare attenzione al consumo di robiola, soprattutto per non contrarre luna malattia come la listeriosi, una tossinfezione alimentare batterica causata dalla presenza nel cibo della pericolosa listeria.

Per ridurre il pericolo, le robiole mature andranno consumate togliendo la crosta. E’ fondamentale evitare di consumare robiola in gravidanza, soprattutto nel caso in cui il formaggio sia stato ricavato da latte crudo.