Attenzione: rischio salmonella nel salame. Ecco di che si tratta

Ultimamente avrete sicuramente sentito parlare della notizia che riguarda la presenza di salmonella in un salame commercializzato da una famosa catena di supermercati. Il ministero della Salute si è pronunciato in merito, disponendo immediatamente il ritiro dagli scaffali dei supermercati di un lotto di salame per rischio microbiologico. Vediamo meglio di cosa si tratta nello specifico.

Il richiamo è stato indetto per una confezione da 350 grammi che riporta la scadenza del 17-01-2023. Il dicastero della Sanità raccomanda a scopo precauzionale ai clienti che avessero acquistato il salame corrispondente al lotto che trovate indicato nel documento del ministero a non consumarlo e riportarlo al punto vendita o a limite di buttarlo. Il richiamo arriva dopo poche ore dal ritiro di un altro salame, disposto dal ministero della Salute sempre per il rischio di salmonellosi. Con il termine salmonella si identifica un particolare genere di batteri che è presente in natura in oltre 2 mila varianti.

Quest’ultimo è responsabile della maggior parte delle infezioni contratte attraverso il cibo. La malattia associata alla trasmissione di questo agente patogeno, il quale come spiegato dal Ministero della Salute, è la salmonellosi, una delle più frequenti patologie di origine alimentare nell’uomo. Per intenderci meglio, I principali mezzi di contagio sono i prodotti di origine avicola, le uova e i suoi derivati, le carni crude o poco cotte, il latte e i formaggi freschi o non pastorizzati.

Le salmonellosi colpiscono i mammiferi, ma anche gli uccelli, i rettili e gli anfibi. Per quanto riguarda i carnivori invece i medici affermano che sono poco ricettivi. La gravità della malattia è in stretta relazione al sierotipo infettante, al numero di microrganismi ingeriti ed anche ai fattori di resistenza del paziente. Nell’essere umano si manifesta perlopiù come enterocolite (la quale non è altro che un’infiammazione del tratto digestivo che coinvolge l’enterite dell’intestino tenue e la colite del colon).

Altri sintomi più comuni sono ad esempio la diarrea, il vomito, la febbre e i crampi addominali e possono comparire tra le 6 e le 72 ore dall’ingestione di alimenti contaminati, per una durata minima di circa 4 e massima di 7 giorni. Infine voglio sottolinearvi i soggetti maggiormente a rischio, tra cui troviamo gli anziani, i bambini, le donne in gravidanza, gli individui affetti da una particolare patologia detta anemia falciforme ed infine anche gli individui affetti da HIV. Questi ultimi, in particolare rischiano che l’infezione da salmonella si manifesti anche con ricorrenti episodi di setticemia non tifoidea.