Il tonno in scatola fa male al colesterolo? Ecco la risposta

E’ indubbiamente il tonno in scatola il prodotto più acqusitato, conservato e consumato di questa tipologia precisa, in quanto il prodotto ittico in questione risulta essere molto impiegato in tantissime preparazioni culinarie ma anche come “soluzione dell’ultimo minuto”. I prodotti in scatola abbracciano una importante categorizzazione di prodotti anche molto diversificati, e nel corso degli ultimi decenni è stata aumentata l’attenzione nei riguardi la cura del pescato ma anche del tipo di conservazione, in minima parte questo processo è divenuto necessario anche a fronte di numerose notizie inerenti all’impatto sulla salute del tonno in scatola, che è stato oggetto di discussione a lungo. Il tonno in scatola viene ad esempio sconsigliato per le persone che soffrono di problematiche specifiche, come il colesterolo alto.

Ma gli effetti sono veramente negativi?

Ecco il parere del nutrizionista.

Tonno in scatola e colesterolo: quali sono gli effetti?

Tonno in scatola e colesterolo

Il tonno in scatola corrisponde ad una importante percentuale di “preparazione” del tonno in senso generale: l’inscatolamento infatti permette di mantenere quasi intatte le proprietà del tonno, che sono molte, dal punto di vista nutrizionale.

Questo pesce è infatti molto ricco di proteine, ed è dotato di un’importante apporto di grassi buoni, come gli Omega-3 che sono molto utili per il sistema immunitario, nello specifico contribuiscono a ridurre la presenza del “colesterolo cattivo” dall’organismo, a patto di non eccedere con le dosi.

Infatti il tonno in scatola spesso viene considerato “sconsigliabile” da consumare in quanto sono presenti elementi come il sale, ma anche olio di semi oppure d’oliva, elementi che hanno in molti casi un doppio ruolo, ossia quello di conservante ma anche di “condimento”. Sono proprio questi elementi, oltre al compendio di proccupazioni causate dal metilmercurio, ossia una diffusa forma di metallo pesante presente in numerosi prodotti ittici, a rendere il tonno in scatola non sempre adatto.

Tutti questi elementi però non condizionano l’apporto positivo accennato poc’anzi anche in relazione del colesterolo: grazie ai nutrienti, inclusi i numerosi sali minerali, il tonno è un utile alleato per ridurre sensibilmente la presenza di colesterolo “cattivo”, che è anche una delle cause principali di problemi cardiaci e di problemi all’apparato circolatorio.

Il consiglio è quindi di non abusare di tonno in scatola, limitandosi a consumarlo 2-3 volte a settimana, magari scegliendo varianti di buona qualità, alternando le versioni in olio con quelle al naturale, il consumo di tonno in scatola va regolarizzato in modo specifico e limitato da parte di chi deve fare i conti con l’ipertensione a causa del contenuto di sodio.

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