Verdure da evitare: attenzione, ecco quali non dovresti mangiare

Siamo “endemicamente” abituati a considerare la verdura come un elemento positivo nella dieta, che non deve mai mancare in una dieta bilanciata e sana, anche se in questo compendio rientrano centinaia di tipologie, solo alcune effettivamente ed immediatamente riconoscibili nella dieta mediterranea. Anche se può sembrare strano “troppa” verdura o consumata in modo non congruo alla necessità può essere addirittura dannosa, ricordando anche che le intolleranze come le allergie sono sempre presenti. Alcune tipologie di verdure inoltre non sono sono da mangiare, ecco qualche esempio pratico su quale bisogna evitare.

I riferimenti sono legati alla tipologia di tossicità che è nativa ma che può anche sottointendersi in relazione a non corrette metodologie di preparazione.

Quali verdure non vanno mangiate?

Non mangiare queste verdure: ecco quali evitare

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Discorso difficile da affrontare con serenità, anche per via delle varie “fazioni” che hanno avuto origine negli ultimi anni tra le categorie di consumatori: in generale buona parte delle verdure conosciute sono commestibili in tutto e per tutto ma in alcuni casi può trasparire una tossicità.

E’ il caso delle celeberrime melanzane, un ortaggio molto diffuso e comune in praticamente ogni regione d’Italia, vanno sempre consumate cotte, in quanto la buccia contiene un contenuto eccessivo di solanina, che viene ridotto con la cottura. La solanina non è molto digeribile e può provocare un effetto negativo del sistema digestivo, solanina che tende a permanere anche nella buccia delle patate in particolar modo qulle germogliate, che sono riconoscibili anche per la presenza della buccia che tende al verde.

Se solo la buccia è verde ma non sono presenti germogli, la patata può essere consumata, a patto che si trovi in una condizione sufficientemente solida, rimuovendo ovviamente la buccia.

La solanina è una forma di “difesa” di diversi ortaggi nei confronti dei microorganismi ma anche animali, fungendo da vero e proprio deterrente alimentare: se ingerita in quantità eccessive può causare i sintomi tipici dell’indigestione ma anche più generalmente una inappetenza momentanea, che può addirittura sfociare in uno stato influenzale.

Attenzione anche allee diffuse forme di cavolo, ortaggio indubbiamente benefico quanto duttile ma che va attenzionato nel consumo in quanto in particolar modo se non lavato e “pulito”, nonchè cotto con attenzion può essere fonte di batteri nocivi per lo stomaco. Inoltre il cavolo non risulta essere sempre compatibile con alcune tipologie di consumatori, ad esempio chi ha problematiche di assorbimento dello iodio.

In ultimo i fagioli, legumi prezioissimi che però vanno sempre cotti: possono essere veicolo di intossicazione alimentare.

 

 

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