La passata di pomodoro va cotta? Ecco la risposta

La passata di pomodoro corrisponde generalmente ad una delle forme di utilizzo di questo ortaggio che è formalmente la bacca matura della pianta nota come Solanum lycopersicum sottoposta ad un procedimento di conservazione ed inscatolamento / imbottigliamento, in modo specifico costituisce ad una forma di prodotto “raffinato”, ossia privo di alcune sostanze come la parte esterna ed i semi del frutto, risultando così maggiormente digeribile e quindi adatta a numerose preparazioni. Il processo produttivo della maggior parte delle forme di passata di pomodoro risulta essere appannaggio dei brand alimentari predisposti, ed avviene attraverso una produzione industriale in parte maccanizzata, anche se fino a non troppe decadi or sono erano ancora molti a sviluppare le proprie bottiglie di passata di pomodoro. Ma la passata di pomodoro va cotta?

Quasi sempre la passata va effettivamente sottoposta a cottura, procedimento che serve per vivacizzarne l’aroma ed il sapore.

Ma è un processo necessario?

Passata di pomodoro: va cotta? Ecco la verità

la passata di pomodoro va cotta

Come si produce la passata di pomodoro? La finalità principale è quella della tradizionale “conserva”, ossia una tipologia di prodotto derivato dal pomodoro, che viene imbottigliato dopo essere stato sviluppato un processo che prevede il riscaldamento dei pomodori selezionati così da rendere più facile il distacco della buccia, successivamente con un processo chiamato sgrondatura  viene eliminata la parte liquida di troppo e con l’ausilio di una centrifuga le bucce ed i semi sono separati, prima dell’imbottigliamento.

La passata di pomodoro artigianale viene sostanzialmente prodotta con un processo simile, tendenzialmente più lento ma comunque efficace, molto dipende dai pomodori e dal processo di maturazione.

E’ un elemento assolutamente fondamentale per tantissimi piatti che prevedono l’utilizzo del pomodoro, dalla pasta, alla pizza, passando per ricette specifiche come ad esempio le lasagne: la natura priva di semi e “scorza” permette anche una migliore forma di consumo anche da parte di chi è normalmente più selettivo nei confronti di questo alimento così importante, ricco di sali minerali e vitamine.

La passata è anche nota per essere resistente alla cottura, ad esempo utilizzata nel ragù può resistere anche a svariate ore, ma in linea di massima essendo già prodotta da un processo che prevede una cottura, questa può essere consumata anche “cruda”, ossia appena aperta dalla confezione.

Secondo molti chef, la migliore condizione di aroma e sapore di una passata può essere ottenuta dopo 20 minuti di cottura. Una corretta conservazione, possibile conservando le passate in luoghi asciutti ed al riparo dalla luce, è possibile conservare questi prodotti anche a lungo.

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