Il nome “marmellata” fa capo a tutta una serie di preparazioni di conserva di prodotti alimentari, quasi sempre che corrispondono a frutta (ma non solo) concepite per essere consumate in periodi successivi, si tratta di una forma di prodotto alimentare molto antica, impiegata a livello pratico in metodi che sono indiscutibilmente legati all’impossibilità di avere a disposizione forme di frutta per tutto l’anno, oggi la quasi totalità della marmellata viene concepita industrialmente, ed e quindi per legge destinata ad un processo di conservazione che prevede un limite temporale di consumo, definito dalla data di scadenza.
Ma la data di scadenza della marmellata è un fattore indicativo?
Cosa bisogna controllare?
Scadenza sulla marmellata: ecco come leggerla e cosa controllare
E’ bene comprendere a fondo che la maggior parte dei prodotti che chiamiamo marmellata sono in realtà confetture: come definito dalla legge italiana sul cibo, il termine marmellata corrisponde a qualcosa proveniente dagli agrumi, per definirsi tale deve essere almeno contenente 1/5 della composizione da polpa del frutto, il resto sono generalmente zuccheri ed altri conservanti.
La confettura invece corrisponde ad alimenti sviluppati in forma gelatinosa e confezionati da tutti gli altri tipi di frutta, anche di tipi diversi nella stessa composizione, ed è generalmente qualcosa che tende a degradarsi un po’ più facilmente.
In tutti i casi la marmellata o confettura a dir si voglia deve presentare una data di scadenza riportata sul barattolo, quasi sempre è del tipo “da cosumarsi preferibilmente entro…” in quanto tantissimo cambia da quando il barattolo viene aperto.
In genere la scadenza riportata fa riferimento ad un limite di tempo orientativamente collocato tra i 6 mesi fino ad oltre un anno dalla produzione, anche se questa va applicata solo al prodotto che non viene aperto, in quanto dopo che questo avviene la situazione cambia radicalmente: la composizione della marmellata / confettura tende ad essere “invasa” dai micro organismi come funghi e batteri ed in pochi giorni se non opportunamente controllato, il prodotto può diventare inutilizzabile.
All’apertura del barattolo anche solo una volta infatti la deperibilità diventa molto più rapida, anche se il prodotto viene poi conservato in frigo, in genere una settimana rappresenta il “limite effettivo” di consumo, in quanto dall’apertura possono iniziare a svilupparsi muffe.
La scadenza con il prodotto mai aperto può essere anche più “lunga” rispetto a quella riportata, anche di diversi mesi, come accennato però la tipologia di alimento è particolarmente sensibile una volta che la confezione viene aperta.